Voi non mi conoscete, quindi partirò dal inizio.
Lei mi piace, ma io chiaramente non piaccio a lei. Ho deciso per questo di aprire questo blog, per dire al mondo cosa provo, ma soprattutto per dirlo a me stesso.
Fino a 3 mesi fa (il primo di agosto precisamente) lei non sapeva nemmeno di piacermi. Ci conosciamo da 15 anni, quando eravamo ragazzi ci provai, una volta in piscina, ma la risposta fu così dura (per essere data da una tredicenne ad un quindicenne) che mi chiusi nel mio angolo. Poi le cose andarano avanti. Piccolo paese, nel mezzo della bassa padana, impossibile perdersi di vista. Almeno fino all'università. E poi, destino infame, finimmo nello stesso appartamento. Lei era al secondo anno, io al primo di Scienze Informatiche, alla veneranda età di 24 anni. Tutto bene per un anno, la vita universitaria offre così tante opportunità da riuscire a distrarmi. Ma ancora, nel mio angolo, pensavo a lei. Sapevo di non amarla, perchè non ho mai amato nessuno, in particolar modo me stesso. Ma lei rimaneva perfetta per me, un ideale. Bella, capelli castani e occhi verdi. Un sorriso contagioso. Non troppo alta (non mi piacciono le stangone) e con tutte le curve al posto giusto. Al tempo stava con un ragazzo del nostro paese, di dieci anni più grande di lei. Sembrava una di quelle cose destinate a non finire mai, finchè, ovviamente, finì. Era un'estate calda. Io non avevo progetti per agosto e ricevo una chiamata, la ricordo come ora:
Lei: "Ciao"
Lui: "Ciao, com'è?"
Lei: "Bene, ho preso una pausa con XXX, non sembra disposto a capire che ho progetti per il futuro, voglio scrivere, ma soprattutto vivere. Lui mi vorrebbe in casa a cucinare, aspettando che torni dal lavoro"
Lui: "Oh, io ti lascierei lo spazio che ti serve"
Lui: "Mi dispiace, magari è solo una cosa passeggera, si sistemerà"
Lei: "Forse, ma non ti ho chiamato per quello. Vedi, io Enrico e la Lisa abbiamo già prenotato al mare, se XXX non viene, si rischia di perdere la caparra di tutti. Prenderesti il suo posto? Ovviamente non devi rimborsargli la caparra, quindi la vacanza ti costa 150€ in meno!"
Lui: "Si, ma lui è daccordo? Non vi siete mollati, quindi sei ancora la sua ragazza. Gli va bene che dormi con me per una settimana?"
Lei: "Si si, tranqui, dice che se sei tu va tutto bene..."
Ah già, non ve l'ho detto, sono il suo migliore amico, quello a cui confida i segreti, quello che spera sempra che un giorno, arriverà il suo momento magico.
Inutile insistere, sapete già che accettai. Col cuore colmo di speranza.
Molti episodi degni di nota, ma nulla che riguardasse quello che io avevo in mente, quindi farò prima a tralasciare tutto. La vacanza finì, ci fu da divertirsi, e poi tornammo. Sembrava un sogno, nulla aveva lasciato traccia, non ne parlavamo quasi. Io per paura, paura di dire qualcosa che smascherasse i miei veri sentimenti: sentimenti così delicati che sarebbero finiti sicuramente in frantumi se solo li avessi esposti al mondo. Lei, penso, perchè aveva altro nel cuore. Lui ovviamente, ma forse anche l'altro.
Un episodio degno di essere trascritto ci fù effettivamente. Ma lo è solo col senno di poi. La terza sera apparve (dal nulla!) YYY. Sapeva che eravamo li in vacanza e decise di passarci a trovare. Lei non lo sopportava. Era evidente quale fosse il suo scopo: lei aveva problemi di coppia, lui era li per approfittarne. Fu quella sera che iniziai ad odiarlo penso. Sentimento che non è mai scemato a distanza di quattro anni, un record per me, che di solito non tengo il broncio per più di 24 ore. Dormì da noi una notte, uscimmo, ci divertimmo e se ne andò. Ora che ci penso sul momento lei provò rabbia per quel gesto, ma poi, tornati a casa, alla solita rutine, rotta inesorabilmente la storia con XXX, rivalutò quel gesto. Erano sempre 500 km di macchina solo per venirla a trovare. Si, evidentemente fu così.
Bhe, è chiaro no? Tempo 4 mesi mesi e lei si mise con YYY. E io ero sempre più lontano. Più solo. Ma mi stava bene, non fraintendete. Sapevo che anche nel caso più roseo in cui ci fossimo messi assieme, non saremmo durati. Lei è una sognatrice, iperattiva, colta e combatte la timidezza con un fiume di parole. Io sono cinico, introverso, razionalista e pigro e quando sono in imbarazzo di fronte ad una persona taccio, distolgo lo sguardo e finisco sempre a fare lo stronzo.
Così tiravo avanti per la mia strada, dedicandole solo l'ultimo pensiero prima di dormire, e nulla più.
Poi finì, bruscamente. Un brutto semestre universitario, mia madre che perde il lavoro e non riesce ad aiutarmi con le spese. Lavori part-time nemmeno l'ombra.
Così mollo, la scusa ufficiale sarà "problemi economici", la realtà è che non lo so nemmeno io. 14 mesi di Università, 12 esami dati, media del 27,5 e *puff* buttato al cesso. Torno al mio paese, nella nebbia, riprendo il vecchio lavoro nella ditta di mio zio come impiegato e spendo lo stipendio in birra e canne. Mi è sempre piaciuta l'euforia del hascish, aiuta a non pensare. Il mondo sembra più facile e riesci a dormire appena ti corichi, spesso non pensando a nessuno.
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